Nuovi efficaci antidepressivi agiscono sui canali HCN

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 03 giugno 2017.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Il cambiamento degli stili di vita, da una parte, e l’evoluzione scientifica e culturale in atto nel sapere psichiatrico, dall’altra, hanno mutato notevolmente la diagnosi di depressione. La riduzione dei circoli viziosi derivanti dalla staticità sedentaria indotta dall’inibizione ansiosa e in grado di accrescere immobilità e angoscia, soprattutto per la diffusione dell’esercizio fisico a scopo salutistico e per l’accresciuto livello medio di interazione sociale facilitata dalle nuove tecnologie, ha ridotto il numero delle persone che giungono all’osservazione clinica con le classiche manifestazioni del disturbo depressivo maggiore in fase avanzata. D’altra parte, il perdurare e, in molte realtà sociali l’aggravarsi, delle condizioni di stress, frustrazione e perdita che nutrono i processi psicopatologici depressivi, ha notevolmente esteso il numero di persone affette da disturbi riconducibili alla base neuropatologica della depressione.

L’invalidità depressiva, che è stata studiata in Italia fin dagli anni Ottanta a partire dall’invalidità nevrotica, quando la Società Italiana di Psichiatria vi dedicò un congresso annuale, costituisce una preoccupazione economica e sociologico-politica da tempo all’attenzione dei governi dei paesi più sviluppati, primo fra tutti gli Stati Uniti, ed è sicuramente da affrontare anche come problema di salute pubblica. A nostro avviso, la soluzione non è sostenere la ricerca farmacologica e farmaceutica; tuttavia, si comprende che un aiuto da farmaci magari più efficaci, privi di effetti indesiderati e meno costosi di quelli attualmente in uso, possa essere considerato con interesse da coloro che hanno incarichi pubblici e responsabilità sanitarie.

Come osservano Ku ed Han della Facoltà di Medicina del Mount Sinai Hospital di New York, autori di una rassegna che costituisce l’oggetto di questa recensione, i trattamenti farmacologici antidepressivi attuali non sono altro che perfezionamenti di formulazioni basate sull’inibizione della ricaptazione delle monoammine e derivate da scoperte fatte per serendipità oltre 60 anni fa. Alla luce di quanto si è scoperto e si continua a scoprire sulla fisiopatologia depressiva, nell’ambito di una neurochimica e di una biologia straordinariamente complessa e ricca di dati e nozioni, non meraviglia che all’incirca la metà dei pazienti in trattamento con inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) non ottiene remissioni dei sintomi di lunga durata e, in molti casi, attribuisce la temporanea remissione a fattori diversi dalla terapia farmacologica, inclusa la psicoterapia ed esperienze di vita in grado di produrre effetti soggettivamente rilevanti sul tono dell’umore e sull’ideazione. Sono perciò necessari nuovi trattamenti che prendano le mosse dalle nuove conoscenze.

Ku ed Han, rivedendo un notevole numero di lavori condotti recentemente in questo campo, hanno estratto gli esiti più significativi.

(Ku S. M. & Han M. H., HCN Channel Targets for Novel Antidepressant Treatment. Neurotherapeutics Epub ahead of print doi: 10.1007/s13311-017-0538-7, May 30, 2017).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Pharmacological Sciences and Institute for Systems Biomedicine, Fishberg Department of Neuroscience and Friedman Brain Institute, Icahn School of Medicine at Mount Sinai, New York, NY (USA).

Un’altra ragione che porta a ritenere sottostimato il numero delle persone affette da depressione è dato dall’eterogeneità del quadro clinico, spesso dominato da sintomi neurovegetativi e neuroendocrini attribuiti per verosimiglianza a patologie già diagnosticate, talvolta caratterizzato da manifestazioni aspecifiche  emergenti in persone con basso grado di consapevolezza psicologica, scarsa attitudine all’auto-osservazione e tendenza ad attribuire sempre ad una malattia organica il proprio stato di malessere.

I progetti per lo sviluppo di nuove possibilità di trattamento antidepressivo, focalizzati sulla sintesi di nuove molecole terapeutiche, prevedono l’identificazione di sostrati neurali associati allo stato depressivo e l’acquisizione di una maggiore conoscenza dei meccanismi fisiopatologici della depressione.

Ku ed Han osservano che recenti acquisizioni sul circuito mesocorticolimbico cerebrale in modelli animali di depressione, sottolineano l’importanza di meccanismi ionici nell’omeostasi neuronica e nello sviluppo di de-regolazione. Evidenze sperimentali di notevole rilievo mostrano un ruolo potenziale, ma molto verosimile, dei canali ionici nel mediare le modificazioni delle proprietà cellulari alla base dell’eccitabilità che si verificano nella fisiopatologia depressiva. In particolare, i canali attivati da iperpolarizzazione e regolati da nucleotide ciclico (HCN, da hyperpolarization-activated cyclic nucleotide-gated) sono regolatori essenziali dell’eccitabilità neuronica. Nella loro rassegna Ku ed Han descrivono una ricerca di fondamentale interesse sui canali HCN nei neuroni della corteccia prefrontale e nell’ippocampo in condizioni comportamentali da stress e in condizioni equivalenti ai sintomi principali dei disturbi depressivi. In questo studio, si forniscono elementi tratti dall’analisi funzionale dei neuroni dell’area tegmentale ventrale (VTA) - principale stazione del sistema a ricompensa con difetti funzionali nella depressione - a supporto dell’impiego di molecole che agiscano sugli HCN per correggerne l’alterazione che si associa alla fisiopatologia della Depressione Maggiore.

Concludendo, Ku ed Han sostengono che, più in generale, i metodi volti ad agire sull’attività delle aree del sistema a ricompensa legate alla percezione del piacere, alla motivazione e al desiderio di ripetere esperienze, abbiano una potenzialità di gran lunga superiore, in una prospettiva terapeutica, rispetto alla ratio che tende semplicemente ad aumentare la quantità di monoammine, e specificamente di 5-HT, nella fessura sinaptica.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

Roberto Colonna

BM&L-03 giugno 2017

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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